Ti ricordi di Pinco?
Scendo a Marina col tempo bello e ne approfitto per godermi una giornata di mare come soltanto in Sicilia riesco a fare, guardandomi i piedi nell’acqua limpida come solo pochi mari d’Italia riescono a farti fare. Marina trabocca di gente, è un’inferno anche grazie alla calura estiva. Ma l’acqua del mattino è come il ghiaccio e ti penetra le viscere tonificando i muscoli. Sicuramente, da qualche parte, in mezzo a questo mare di ombrelloni e gente che grida, ci sarà Valeria con il marito o magari soltanto con le bambine. Io non l’ho mai incontrata e penso che non sarei in grado di riconoscerla anche se è una donna bellissima e che si fa notare.

Mi asciugo, mi dirigo alla macchina per prelevare la borsa e vado al locale, lo stesso dell’altra volta. Prendo posto in un tavolo abbastanza defilato e ventilato all’ombra. Non c’è molta gente nei tavoli, i più vanno e vengono dalla spiaggia a piedi nudi sporchi di sabbia. Faccio cenno al cameriere che mi risponde con un cenno di ritorno. Sistemo il pc e mi collego, la password del wifi non è cambiata. In un pizzino, stile Totò Riina, ho le credenziali di Valeria. Le precauzioni non sono mai troppo eccessive e in casi come questi rischio di tutto, dalla denuncia penale per essermi introdotto nella vita privata delle persone fino a conseguenze più gravi e sconosciute nel caso quel millantatore fosse davvero un uomo dei servizi segreti. Il pizzino è la soluzione, Totò Riina docet.
Ripasso a mente tutte le nozioni di informatica che ho masticato in tutta una vita per farmi coraggio: a) sono collegato da un luogo pubblico, il mio computer tramite il wifi manda un indirizzo IP locale al router del locale che fa richiesta di un collegamento tramite un suo indirizzo IP al server e via discorrendo. Quindi possono intercettare l’indirizzo IP del locale ma non potranno eventualmente sapere chi si è collegato perchè io me ne vado tra poco e al router del locale rimarrà soltanto un numero che potrebbe essere quello di un telefonino qualsiasi. A meno che l’indirizzo IP di un PC non è diverso e quindi potrebbero ricordarsi di quel tizio col computer che sarei io. Elucubrazioni mentali del cazzo. Basta, sono connesso.
La chat di Valeria è vivace in questi giorni e capisco anche il perchè. Io però non devo distrarmi, devo utilizzare il tempo in maniera intelligente. Potrei non averne tanto. Individuo subito la chat con Pinco Pallino e scorro all’indietro. Però, se ne sono dette di cose in questi mesi. Facebook non mi aiuta, fa fatica a scaricare i messaggi anteriori, ma, ecco, ci sono. Il primo risale a poco più di un anno prima: “Ciao Valeria sono Pinco Pallino, ti ricordi?” Seleziono tutta la chat fino ad oggi, la copio e la incollo sul mio PC in un documento di Notepad per non sbagliare, l’applicazione più semplice che conosco per il trattamento di testi. Faccio la stessa cosa con la chat di papà Michele. Risalgo a qualche giorno prima, copio e incollo, su un altro documento di Notepad, il blocconote. Mi resta un poco di tempo, il cameriere non è ancora arrivato, sbircio le altre chat e noto altri nomi che non mi dicono niente. Me li segno su un altro documento di Blocconote e li salvo sul desktop, non si sa mai. Mi sento un giornalista d’inchiesta che magari vincerà il Pulitzer, che gli consegneranno in galera.
Rimetto il PC nella borsa, non voglio dare nell’occhio, la paura è infinita. Arriva il cameriere, consumo, pago, vado via.
Pinco Pallino: “Ciao Valeria sono Pinco Pallino, ti ricordi di me? Era l’ingiuria – in siciliano a ‘nciuria, il soprannome – che mi avete affibiato a scuola.”
Valeria: “Ma dai, Pinco Pallino Gio’, da quale parte di Mondo ti hanno vomitato, canaglia pericolosissima?
Pinco Pallino: “Sono scomparso dai radar per un pezzo. Ho fatto l’Accademia e poi ho girato un poco il Mondo, un po’ di qua e un poco di là. Sono passati degli anni…”
Valeria: “Anni? Vorrai dire una vita. Che accademia hai fatto? Dimmi tutto, che Paesi hai visitato, sono curiosa. Ma guarda, io non mi ricordavo più della tua esistenza e tu hai una vita da raccontare.”
Pinco Pallino: “Ma niente di eccezionale, ho fatto l’Accademia dell’Esercito e poi sono andato in missione in Sudamerica, un poco negli Stati Uniti, qualcosina in Svizzera e Germania… insomma ho girato per il Mondo. Non mi sono annoiato molto. Non ne ho avuto il tempo.”
Cercando di interpretare le parole di Pinco come fossero un codice, qualcosa stride, non mi torna. Lui dice di aver fatto l’Accademia dell’Esercito ma nella chat che avevo letto prima, una delle ultime, diceva di essere in polizia, se non ricordo male, e poi nei servizi. Che c’entra l’Esercito con la Polizia? Questo qua è un bugiardo matricolato.
Valeria: “Gio’, ma è bellissimo. Hai visitato davvero così tanti Paesi? Bestiale, come ti invidio. Io sono uscita come si esce quando si va in vacanza ma diverso è l’atteggiamento di chi vive la vita dei Paesi che visita, ne assorbe l’essenza, la lingua, le tradizioni. Quante lingue conosci?”
Pinco Pallino: “Abbastanza. L’inglese è d’obbligo. Poi ho studiato lo spagnolo e il Portoghese e me la cavo col tedesco. Anche con il francese. Il francese lo parlo anche.”
Valeria: “E cosa hai fatto in tutti questi anni? In pratica che lavoro facevi? Che qualifiche hai? Sei sposato, hai figli?”
Pinco Pallino: “Ho tante qualifiche, quella più interessante è il brevetto di pilota. Piloto gli aeroplani ed è una esperienza bellissima. Per quanto riguarda la vita privata, si mi sono sposato molti anni fa, ho due figli, ma mia moglie vive in Romagna e siamo separati”.
Valeria: “Ah, mi dispiace. Anche io sono sposata ed ho due figlie piccole. Ma quando dici <tanti anni fa> che cosa intendi? Io ho la tua età e mi sento ancora giovane malgrado abbia due figlie”.
Pinco Pallino: “A me sembra invece di avere cent’anni. Mi sono sposato giovanissimo, ho sempre avuto l’ossessione delle donne e i miei figli adesso sono abbastanza cresciuti. Ma dai, vediamoci, perchè non prendiamo un caffè da qualche parte e ci guardiamo negli occhi?”
Valeria: “Ma certo, con molto piacere. Quando capiti dalle parti di Marina, fatti sentire”.
Quello che mi preme di più è salvarmi il culo. Dopo aver letto l’incipit della chat tra i due e fatto un calcolo matematico, più per meno meno, dopo aver saputo che è della polizia ma nei servizi segreti, dopo aver saputo che invece era all’Accademia dell’Esercito e di stanza all’Estero, dopo che il padre di Valeria è stato arrestato e lui lo sapeva, mi chiedo ‘come ha fatto a rintracciare Valeria proprio adesso e cioè un anno prima dell’arresto del padre?’ E’ verosimile che sia stato compagno di scuola di Valeria e non sapesse che suo padre è un chirurgo e di tutti i chirurghi proprio quello che essendo il sindaco di Mirasole lui stava per fare arrestare?
Ma no, certo che no. Lui sapeva tutto. Lui ha contattato Valeria perchè stava lavorando a questo caso e se è proprio vero che se n’è innomorato è soltanto perchè è un uomo, coglione come può esserlo un uomo, oppure sta fingendo. Mamma mia che casino. Stacco e mi preparo un caffè.