I buoni e i cattivi
Leggo una lunga conversazione di qualche giorno prima con l’utente Pinco Pallino che, malgrado sia un nome inventato, gli viene attribuito molto credito da parte di Valeria. Questa è l’ultima discussione tra Pinco e Valeria e non si evince se lei sia a conoscenza della vera identità dell’altro perchè non lo chiama mai con un nome vero. Da questa discussione non riesco a stabilire se i due si siano mai incontrati di presenza e da quanto tempo si conoscono. Entrare a gamba tesa nelle vite delle altre persone è una operazione da non fare in ogni caso e che comunque richiede molto rispetto e assenza di giudizio.
Valeria: “Ciao Pinco, sei sparito di nuovo per settimane. Da giorni non rispondi ai miei messaggi e ritengo che non sia un atteggiamento educato nei confronti di una persona che ti ha offerto la sua amicizia come io ho fatto. Non posso continuare così, non sei affidabile.”

Pinco Pallino: “Ciao Valeria, mi dispiace davvero. Sai quanto ci tengo a te. Purtroppo, il mio lavoro mi tiene lontano e non posso sempre avvisarti.”
Valeria: “Sei sempre vago sul tuo lavoro. Che razza di lavoro sarà mai quello che non ti permette di collegarti ad un computer o rispondere ad un messaggio sul cellulare. Non ho mai sentito di questi lavori ventiquattrore su ventiquattro full immersion. Cosa fai esattamente? Non posso costruire nemmeno una amicizia con qualcuno come te di cui non so nemmeno il mestiere e che scompare letteralmente per settimane come se fosse scappato in vacanza con l’amante segreta”.
Pinco Pallino: “Valeria, cara, te l’ho detto, sono un poliziotto. Ma c’è di più. Come ti ho più volte spiegato, appartengo ad un reparto operativo al quale vengono affidate delle operazioni delicate che necessitano di molta discrezione e delle quali non siamo autorizzati a parlarne con nessuno. Credimi, se non ti contatto per diversi giorni è perchè proprio non posso farne a meno altrimenti non rischierei di perderti visto che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.”
Valeria: “Che gran figlio di puttana che non sei altro. Tu sai cosa dire alle donne per farle stare mute. Sei un grande bastardo e un grandissimo bugiardo. Pensi che io ci casca? Anch’io ho un marito poliziotto e non succede mai che scompaia senza avvertire la famiglia. Ma t’immagini? Mi taglierei le vene se non avessi sue notizie per una settimana. E le bambine? Che direi alle bambine che se non lo vedono non si addormentano nemmeno? Operazioni delicate significa Servizi segreti? Ancora questa storia dei servizi segreti. Sembra la scusa più comoda che un amante si possa inventare e attenzione non sto parlando per me. Amante, in generale. Io sono soltanto una stupida che ha avuto la disgrazia in un momento di solitudine di dare corda a un anonimo rompiballe. Se davvero sei chi dici di essere, dammi una prova. Non posso continuare a fidarmi solo delle tue parole specialmente le parole di uno che risulta un bugiardo matricolato.”
Pinco Pallino: “Capisco il tuo scetticismo. Ma devi capire che non posso mettere a rischio la mia carriera e forse anche la mia incolumità. Però, per dimostrarti che dico la verità, posso darti un altro indizio. D’altronde quanti indizi ti ho dato da quando ci conosciamo eppure tu non mi credi mai. Devi fidarti, ti ripeto che devi fidarti, ci sono cose del mio lavoro che non posso raccontare a nessuno. Ma io non voglio perderti e sono sicuro che se mai ti dirò qualcosa tu non la racconterai a nessuno. Ti prego, Tesoro, credimi”.
Valeria: “Si, certamente e grazie del Tesoro. Però ti ricordo, Amico Mio, che se tu rischi per questo lavoro che dici di avere e del quale non possiamo essere certi perchè non ci sono prove di niente, io rischio la mia vita familiare e la mia incolumità perchè non so cosa mi farebbe quel poverino di mio marito se solo sapesse di tutto questo… di questa cosa che succede tra noi. E neppure se lo merita, poverino. Io mi sento in colpa assai e tu giochi.”
Pinco Pallino: “Io so perfettamente del rischio che corri e sono il primo a ricordarti di stare attentissima, di non sottovalutare mai il problema, di non dimenticare mai il computer con facebook aperto, di cambiare spesso la password e di stare attentissima con il telefonino. Ricordati di cancellare tutti le conversazioni ogni volta. Per piacere fallo sempre. Per tua sicurezza e per tutelare anche me, ricordati che rischio. Cancella tutto, sempre.”
Valeria: “Ma come fai a dirmi di cancellare tutte le conversazioni. Proprio siete uomini. Siamo completamente diversi. Io leggo e rileggo continuamente le cose che mi scrivi e che ti scrivo, mi fanno compagnai durante la giornata. Le leggo e ripenso a tutte le bugie che mi dici, a tutte le cose che fai a mia insaputa. Le rileggo quando sono al lavoro e mi aiutano a passare il tempo. Ti ammazzerei, come fai a dirmi di cancellare tutto. Tu non capisci che in queste parole c’è tutto quello che io sono, che io penso e quello che io provo. La mie emozioni e tu me le vuoi fare cancellare. No e poi no!”
Pinco Pallino: “Lo capisci che è appunto per questo che mi costringi a rimanere molto vago e a non darti delle indicazioni precise e scritte che mi potrebbero mettere in seria difficoltà. Io mi devo assolutamente cautelare. E ripeto, assolutamente. Questa settimana scendo a Marina e ti vorrei vedere. Che ne pensi? “
Valeria: “Penso che io sono sempre una persona sposata e tu continui ad essere un Pinco pallino qualsiasi che mi sta importunando e non mi dice niente di lui. Non credo di essere una persona che si deve buttare, ma mi hai guardato? Mi hai guardato bene? Sono forse una persona che si deve buttare via per strada con un tizio che passa e non ti dice nemmeno chi è? Con uno che dice tante parole e poi scompare per settimane senza dirne una.”
Pinco Pallino: “Capisco. Farò del mio meglio per essere più presente, ma ti prego di avere pazienza. Il mio lavoro è complesso e non posso sempre spiegarti tutto. Ti faccio un regalo. Ti svelo un segreto che riguarda il mio lavoro. Ti ricordi quando alle elementari il maestro ti mandava alla lavagna e ti faceva fare due colonne, da una parte i bravi, quelli che stavano zitti e non disturbavano la lezione e dall’altra i cattivi, quelli che parlavano tra di loro o che erano distratti. Ecco il mio lavoro è quello di fare una colonna con i buoni e un’altra con i cattivi.”
Valeria: “Mi fai vivere in un’ansia continua. Voglio potermi fidare di te, ma ogni volta che sparisci, mi chiedo se tutto questo valga davvero la pena. Ma poi che razza di lavoro è fare i buoni e i cattivi. Alle elementari la mia maestra non faceva mica queste sciocchezze discriminatorie e poco educative. Queste sono retaggi del tuo passato di Matusalemme. I buoni e i cattivi, ma guarda questo qui che cosa si va ad inventare ed io mi sorprendo ancora a dargli retta.”
Pinco Pallino: “Mi dispiace tanto, Valeria. Ti chiedo solo un po’ di pazienza. Cercherò di trovare un equilibrio, per te e per noi. Intanto ti anticipo una notizia precisa per far sciogliere i tuoi dubbi sul mio lavoro. Segui le notizie locali e vedrai che fra qualche giorno ci saranno delle novità che riguarderanno il tuo sindaco.”
Valeria: “Novità sul sindaco della mia Città? Davvero e cosa gli sta per succedere? E tu come lo sai? Chi te l’ha detto? Ma davvero, il mio sindaco?”
Pinco Pallino: “Mamma mia quante domande fai. Si, mi hai detto che devo darti delle prove che faccio un lavoro delicato. Eccoti la prova. Fra pochi giorni ci saranno delle novità che riguarderanno il tuo sindaco. Segui la cronaca locale e scoprirai che non ti imbroglio. Per adesso però, ricordati la tua promessa di non far parola con nessuno. Ricordati che il mio resto un lavoro molto delicato.”
Valeria: “Vedremo, Pinco. Vedremo. Ma cosa accadrà al mio sindaco? Sii più preciso.”
Pinco Pallino: “L’ho messo nei cattivi. Lo arresteremo!”
Dopo aver letto questo passaggio, mi disconnetto. Cominciano a tremarmi le gambe, forse ho fatto una cazzata colossale della quale mi pentirò amaramente per il resto dei miei giorni. Dopo aver chiuso mi sento al sicuro come chi raggiunge l’isola durante una tempesta ma sono pur sempre sull’isola e non sono ancora al sicuro. Qualcuno può aver tracciato il mio indirizzo IP, io non so come lavora esattamente facebook, so che avverte quando ti colleghi da un altro dispositivo che non hai mai usato e da un indirizzo IP distante da quelli usuali. Lei, la signora, potrebbe aver ricevuto un messaggio e se è esperta potrebbe fare delle indagini. E quell’altro allora, il suo amico, che dice di essere un poliziotto e fa intuire che appartiene ad un servizio riservato che potrebbero essere i servizi segreti nazionali. Se fosse vero, mi sono messo in un guaio infinito e forse è già troppo tardi per uscirne.
Quella notte faticai a prendere sonno assalito dagli incubi che mi tormentavano sveglio o in dormiveglia. Mentre il mattino successivo mi svegliai più rilassato, confortato dal fatto che nella notte nessuno aveva fatto irruzione in casa mia e le probabilità che l’avessi fatta franca cominciavano a farsi luce allontanando le nubi delle mie paure. Lui è un poliziotto, il Pinco Pallino, ma fa intuire che lavora coi servizi magari per farsi bello o magari per giustificare le lunghe assenze passate con un’altra donna. Dalla discussione che ho letto non ho niente su di lui, nessuna notizia, soltanto quella che a fine settimana potrebbe trovarsi a Marina. Aspetta, ha detto che arresteranno il sindaco. Si, ha detto di averlo messo tra i “cattivi” e che lo avrebbero arrestato. Si ho letto, sono sicuro di averlo letto prima di staccare il collegamento. Marina non è un Comune ma è una frazione. Una frazione del Comune di Mirasole, è quindi il sindaco di Mirasole che dovrebbe essere arrestato se quel signore ha detto il vero.
Quanto tempo sarà trascorso da quella conversazione che ho letto? Non ricordo di aver letto la data, non ero sereno, avevo il cuore in gola come chi sta rubando in una gioielleria e, pensandoci bene, non è che io mi sia comportamento in maniera più encomiabile di un ladro di gioielli. Avevo violato la privacy di una signora che non conosco nemmeno e avevo carpito i suoi segreti più intimi che magari non rivela nemmeno alla sua migliore amica. Ladro, si sono un ladro anch’io.